martedì 30 dicembre 2008

Favola di fine anno

La suorina che accudiva una giovane in coma da molti e molti anni, passava il tempo guardando, su un piccolo televisore, la trasmissione dei pacchi. Conosceva ormai a menadito i rituali del notaio, le scaramanzie sui numeri, gli sfoghi del presentatore, le tattiche del "dottore" che telefonava offrendo denaro ai concorrenti per indurli ad abbandonare. Sapeva anche, a memoria, la frase di rito con cui i concorrenti respingevano le offerte. Forse anche la giovane in coma, nel suo misterioso buio, aveva imparato tutte queste cose, sera dopo sera. Poi arrivò il dottor Morte, con le sue certezze: disse al corpo immobile "Allora, vogliamo farla finita?". Un attimo dopo risuonò nella stanza, per l'ennesima volta, la frase di rito: "Ringrazio il dottore, rifiuto l'offerta e vado avanti". Chi aveva parlato? La suorina, una concorrente dei pacchi o la giovane in coma?. Il dottor Morte non riuscì ad accertarlo. Si spaventò, chiuse la sua borsa e andò via. Nessuno, quella sera, aprì il pacco X.

sabato 27 dicembre 2008

Settecento a due

Al vecchio idolo di Genova, Fabrizio De André, si è affiancata una nuova icona ligustica, il calciatore Antonio Cassano, delizia del popolo blucerchiato. Se fossero vissuti contemporaneamente avrebbero avuto in comune il volto segnato da un cospicuo passaggio dell'acne giovanile, una tendenza a uscire dalle regole e una certa stima per gli amori che non impegnano il sentimento o, al massimo, lo coinvolgono per il tempo di una fermata d'autobus. Le settecento donne che il calciatore dichiara di aver avuto non sono state certo protagoniste delle classiche "nove settimane e mezzo" che, da quando è uscito il film, costituiscono il periodo strettamente necessario per dare un minimo di coinvolgimento a un rapporto, allontanando il sospetto del mercimonio: se così stessero le cose, occorrerebbe infatti ammettere, per Cassano, una ventennale presenza sulla breccia, un'iniziazione ai tempi dell'asilo e una serie infinita di partite giocate sulle ginocchia. Di fronte al risorto Casanova, il rimpianto De André, con tutta la sua chitarra, fa la figura della matricola. Orbato di Marinella, gli si accreditano, così a memoria, due soli amori corsari, forse soltanto letterari: la celeberrima Bocca di Rosa e la "graziosa" di via del Campo. Gli riuscì di superare quel Piero che giace sepolto in un campo di grano ma non seppe o non volle emulare Carlo Martello. Intanto, però, De André avrà la sua apoteosi al Palazzo Ducale di Genova in una mostra che durerà da gennaio a maggio, mentre Cassano, nello stesso periodo, dovrà accontentarsi degli applausi, a pause quindicinali, della gradinata Sud. Certe volte non basta neppure una vittoria per settecento a due.

mercoledì 17 dicembre 2008

Il gatto nel sacco

Ci risiamo con la guerra uomo-donna. Questa volta si litiga sull'età pensionabile da equiparare. Ma perché mai lo Stato decide i suoi comportamenti in base al sesso dei suoi cittadini? La risposta viene da molto lontano, da quando il concilio di Trento istituì i registri parrocchiali dei battesimi con l'indicazione del sesso dei neonati. Prima, nel Medioevo, le cose non erano così chiare: si pensi che, prima di proclamare l'elezione di un nuovo Papa, i cardinali dovevano accertare che l'eletto fosse veramente un uomo. Tra i monelli romani "far Papa" qualcuno significava tirargli giù i pantaloni a tradimento. L'idea di dividere per sesso i neonati piacque sia agli istitutori dell'anagrafe napoleonica sia ai codificatori dello Stato Civile creato dopo l'unità d'Italia: ai governanti faceva comodo identificare in tal modo i maschi da chiamare alle armi diciotto anni dopo. Adesso, però, il servizio militare non è più obbligatorio: che sia venuto il momento di abolire il valore legale del sesso? Si risolverebbero molti problemi sul tavolo: ad esempio quelli delle retribuzioni differenziate e dei matrimoni omosessuali. Certo, potrebbe capitare di scoprire, la notte di nozze, che il proprio coniuge non è del sesso che si pensava. Data però la diffusione dei rapporti prematrimoniali, quasi nessuno compra più "il gatto nel sacco", come diceva una mia vecchia, disinibita amica.

venerdì 12 dicembre 2008

Gratis all'Acquario

Genova, piazza della Nunziata, giovedì mattina. Passa un autobus con una serie di pinguini dipinti sulla fiancata. Più in basso una scritta: "Se hai visto un pinguino su un autobus hai bisogno di una visita. All'Acquario". Penso "Questo pubblicitario l'ha proprio azzeccata, è un'idea spiritosa e geniale". Sono certo, tuttavia, che il suggerimento non abbia avuto alcun effetto su di me: infatti non mi è venuta la minima voglia di andare a trovare i pesci. Passa la giornata fra un impegno e l'altro, poi a letto per il riposo notturno. Mi risveglio al mattino dopo e mi rendo conto di aver compiuto in sogno una visita minuziosa a tutte le vasche dell'Acquario, tartarughe e meduse comprese. Ho sperimentato così la potenza della pubblicità. Credevo di essere del tutto impermeabile a questo tipo di messaggi, invece devo ammettere di essere stato invaso a livello subliminale. Unica rivalsa di fronte a una sconfitta così clamorosa è una consolante certezza: per entrare in sogno all'Acquario non ho pagato il biglietto.