lunedì 28 giugno 2010

Alimenti

Quando è scoppiato il caso delle mozzarelle blu e la Tv ha dato i nomi delle ditte coinvolte. sono andato a guardare in frigo e ho scoperto d'aver acquistato latte, formaggio, yogurt e panna di una di quelle aziende. Ho resistito alla tentazione di gettare via tutto dopo aver ricordato che i prodotti di quella marca li consumo da due anni circa e non mi hanno mai fatto male. Misteri dell'alimentazione e anche degli scandali alimentari. Mi è tornato il mente il caso storico di Braccio di Ferro, l'intrepido marinaio che, nei fumetti e nei filmetti, rinforzava i propri siderugici muscoli risucchiando con la pipa scatolette di spinaci. Si scoprì solo dopo parecchio che gli spinaci contengono in realtà limitatissime quantità di ferro, la metà di quello della rucola e un terzo del radicchio. Tutto era dipeso dall'errore di analisi compiuto da uno scienziato. Il dato reale rende meno amara la delusione che mi tormenta da anni quando entro in un supermercato e passo davanti allo scaffale degli alimenti in scatola: vedo fagioli cannellini e borlotti, cetrioli, ceci, fagiolini, piselli di tutte le taglie, ma non vedo mai scatolette di spinaci. Se Popeye si trovasse a combattere con Bluto nell'immensità di un supermarket non avrebbe alcuna possibilità di doparsi come al solito, a meno di ricorrere ai surgelati. Il perché è un vero enigma.

martedì 22 giugno 2010

Evasione

L'equipaggio dello yacht "Force Blue" sequestrato dalla Finanza si è schierato sulla soglia del Palazzo di giustizia di Genova, reclamando il proprio posto di lavoro. Non ha ricevuto solidarietà sindacali, è prevalsa l'ostilità verso Briatore, presunto proprietario ombra dell'imbarcazione. Per fortuna un giudice ha capito le ragioni di quei marinai. Da Roma comunicano cifre colossali sull'evasione totale in Italia, sollecitando la pubblica indignazione. Io per ora non m'indigno e non lo farò fino a quando non mi daranno delle cifre un po' più ragionate e un po' più disarticolate. Secondo me gli evasori vanno divisi per categorie: ci sono coloro che si trovano di fronte all'alternativa "o pagare le tasse o provvedere alla propria famiglia"; coloro che sottraggono il dovuto al fisco, pur essendo benestanti; coloro che anche grazie all'infedeltà fiscale riescono a pagare (magari in nero e male) un certo numero di dipendenti; e via dicendo. Quando Tremonti dividerà il cratere dell'evasione totale in una serie di buchi, valuterò se scatenare la mia indignazione. Intanto, appare senz'altro giusto dare la priorità alla ricerca degli evasori nel mondo dei ricchi, i più colpevoli. Ma quanto frutterà? Credo proprio poco. La massa dell'evasione è altrove, secondo me. Tra i meno abbienti. E' un'evasione di necessità.

mercoledì 16 giugno 2010

Silvano

Sotto il regime ci fu anche una specie di antifascismo involontario, quello di Mario Panzeri, autore di canzonette che la gente collegò ai potenti del momento: così "Maramao perché sei morto" servì da epitaffio di Costanzo Ciano, "Pippo non lo sa" fu ritenuto un ritratto di Starace, "Il tamburo principal della banda d'Affori" sfiorò, addirittura, Mussolini. Proprio a quel "tamburo" è collegato un episodio che il mio caro consuocero Silvano Bardini (scomparso pochi giorni fa) ci raccontò una notte di Capodanno, mentre attendevamo insieme il botto dello spumante. Era successo nel teatro di Pontremoli, dove, dopo l'8 settembre, un gerarca proclamava che la vittoria era ancora possibile, bastava aver fede nel Duce. Su in loggione, ad ogni frase rimbombante, Silvano e i suoi coetanei intonavano: "E' il tamburo principal della banda d'Affori...". Quei giovani formarono poi un gruppo armato che tentò di attendere la fine della guerra rimanendo al paese: i pontremolesi li chiamavano, appunto, "Quelli della banda d'Affori". Le cose andarono male, Silvano sfuggì per un soffio alla fucilazione, subì mille traversie e arrivò stremato al 25 aprile. Si riprese, divenne, con gli anni, il libraio più popolare di Genova, con il suo banco di volumi d'occasione in via XII ottobre. Simpatico, scrupoloso, misurato in ogni gesto e in ogni parola, era riuscito a trasformare in virtù civile la disciplina militare che aveva scandito per anni la sua esistenza.

giovedì 10 giugno 2010

Congedi

Ai cambiamenti di costume non si sottraggono neppure i funerali. Una volta si dicevano dei requiem, ora magari ci scappa anche uno stonatissimo applauso. A Genova i fautori delle esequie civili hanno giustamente reclamato un luogo idoneo per il congedo. L'assessore ai servizi cimiteriali ha assicurato che sarà costruito "un tempio laico": come a dire che anche il laicismo è una religione. A Firenze, per festeggiare i 35 anni di "Amici miei", hanno organizzato un nuovo funerale del Perozzi, a risarcimento della squallida cerimonia che appariva nel film. Questa volta si sono presentati mille volontari vestiti di nero, accompagnati da clown e majorettes. La cerimonia, insomma, sta viaggiando sul confine tra il dramma e la farsa. Forse l'ha già superato, a giudicare da un annuncio mortuario apparso in questi giorni sul "Secolo XIX": due sorelle comunicano la dipartita della madre, indicano la data e il luogo (rivierasco) del funerale civile e concludono testualmente: "Segue rinfresco in via Garibaldi 92". Potrebbe essere un caso di scarsa dimestichezza con la lingua italiana, oppure l'esecuzione della precisa volontà di un'eccentrica signora. Non voglio pensare che si sia trattato di un tentativo di attrarre più gente alle esequie. Se, tuttavia, fosse così, per affollare il mio addio ci vorrà anche una lotteria.

venerdì 4 giugno 2010

Ombrelli

La società di navigazione MSC si lamenta perché i suoi crocieristi arrivano a Genova il lunedì e trovano tutti i negozi chiusi. E' un problema non risolvibile, in quanto troppi commercianti locali considerano la "bottega" una rendita privata e non un servizio pubblico. Quando, tanti anni fa, facevo il cronista, l'odissea delle saracinesche abbassate era terribile soprattutto a Ferragosto. Alla vigilia, il mio capo mi mandava a cercare la mosca bianca, cioè qualcuno che avrebbe tenuto aperto. Occorreva quindi passare di negozio in negozio e chiedere: "Lei chiude?". Una volta, durante il solito pellegrinaggio, passai davanti alla pellicceria Falciola, in via San Luca. Mi dissi "Qui è inutile chiedere, chi comprerebbe pellicce a Ferragosto?". Però entrai, sperando in uno spunto umoristico che ravvivasse il mio resoconto; il signor Falciola, invece, mi stupì, comunicandomi che avrebbe tenuto aperto: "Non vendo solo pellicce - spiegò - ma anche ombrelli e a Ferragosto arriva in porto il "Constitution" con i crocieristi americani. Tra i turisti Usa c'è un passaparola: quando sbarcate a Genova compratevi un ombrello, sono di qualità meravigliosa". Cosicché quando, Oltreoceano, esaltavano la gloria di Genova, non si riferivano a Colombo, ma alla "seta gloria" con cui, una volta, si facevano i paracqua.