lunedì 28 maggio 2012

Condominio

Me ne raccontano di tutti i colori e io me le fisso in mente, anche per tenere aggiornato il mio blog sugli umori della fauna umana. Sentite questa: il mio amico Mimmo abita in un condominio di Sestri Ponente che ha dimensioni abbastanza impegnative e fa registrare costi di amministrazione in salita. Così, in assemblea, è nata la proposta, accolta con entusiasmo, di dar vita a un volontariato dei condomini per eseguire almeno i lavori di piccola manutenzione, in modo da addebitare in bilancio le sole spese del materiale occorrente. L'idea ha avuto un avvio abbastanza favorevole, ma l'altro giorno, uno degli abitanti del caseggiato ha scritto al comitato questa lettera: "Nel nostro parcheggio c'è una lampadina bruciata da almeno quindici giorni. Evidentemente il volontariato dei condomini non funziona!". Mimmo ha risposto in stile kennediano: "Non chiedere che cosa può fare per te il condominio, chiediti che cosa puoi fare tu per il condominio". Io, francamente, avrei piuttosto invitato il reclamante a svitare la lampadina e a farne un uso inappropriato; rammaricandomi che non fosse ancora bollente. Ma Mimmo è un buono e certe cose non le pensa neppure.

martedì 22 maggio 2012

Il conto

Un amico racconta: "Vado al supermercato, prendo poche cose, le dispongo sul tapis roulant della cassa e metto davanti e dietro due barre distanziatrici. Il cassiere è un principiante, agitatissimo. Chiede in continuazione consigli ai colleghi. Quando viene il mio turno mi vedo arrivare, oltre alla mia roba,  altri prodotti. Dico "Alt, queste cose non sono mie". Il cassiere protesta: "Non c'era il distanziatore!". Interviene la signora in coda subito dopo di me: "L'ho tolto io, mi serviva spazio...". Il cassiere chiama il capoturno che arriva con la chiave della cassa, brontolando: "Dài, fai lo storno: no, non così, devi schiacciare il tasto ogni volta. Ricomincia...". I barattoli da stornare passano davanti al lettore ottico tre o quattro volte. Alla fine, ecco il conto: quindici euro e quaranta centesimi. Pago, ma controllo lo scontrino: in realtà la mia roba costava poco più di sette euro. A quel punto mi dico: "Questo cassiere è certamente in prova, chissà che fatica ha fatto a trovare un lavoro. Se pianto la grana, magari non lo confermano. Ne vale la pena per otto euro? Proprio no". Così me ne sono andato e ho pure sorriso alla candida signora che mi aveva messo nei guai". E' una storia dei tempi bui, che fanno venire anche questi scrupoli.       

mercoledì 16 maggio 2012

Carabinieri

Sono cittadino onorario di un piccolo centro del Viterbese, Canino. La gente di là, simpatica e spiritosa, si prende in giro da sola per l'abitudine dialettale di mettere tutto al femminile: i carabinieri, che dovrebbero essere l'immagine somma della virilità, laggiù sono "le carabbignere"; se poi sono baffuti, sono "le carabbignere con le baffe". Proprio di carabinieri più o meno baffuti vorrei scrivere oggi, perché mi sono imbattuto in una notizia che non mi piace affatto: cento carabinieri e cento cavalli sono stati spediti a Londra per partecipare a un carosello in onore della regina Elisabetta, che celebra la sua permanenza record sul trono. Quanto saranno costati, alle tasche semivuote degli italiani, quei cento cavalieri in trasferta? Ho l'impressione che i nostri governanti siano pronti a piangere miseria quando si tratta di spendere per le necessità interne del Paese, mentre si lasciano tentare di mostrare all'estero una "grandeur" italiana che non esiste più da un pezzo. Scommetto che i nostri compagni di sventura - Spagna e Grecia - hanno mandato alla Regina un affettuoso telegramma. Mi voglio rovinare, forse hanno spedito anche un bel mazzo di fiori. Altro che caroselli.

giovedì 10 maggio 2012

Mohammed

Quando l'Italia fu sconfitta in Africa Orientale, gli equipaggi di cinque cacciatorpediniere che si trovavano nel porto di Massaua salparono le ancore, pur sapendo di essere ormai intrappolati nel Mar Rosso. Tre di quei caccia scelsero l'autoaffondamento, due si lanciarono invece in un attacco suicida contro Port Sudan, all'estremità meridionale del Canale di Suez. L'aviazione inglese li intercettò e li distrusse. Rimase, in mezzo al mare, una lancia stracarica di sessanta superstiti, con l'acqua che sfiorava i bordi. Fuori, aggrappato come poteva, c'era un sessantunesimo naufrago, un marinaio eritreo che si chiamava Ibrahim Farag Mohammed: riuscì a resistere tutta la notte, rifiutando le offerte di cambio che gli facevano i compagni di sventura; al mattino, ormai stremato, salutò il comandante e se ne andò a nuoto, a morire da solo. Gli altri si salvarono e poterono raccontare quel che era accaduto: Mohammed ebbe la medaglia d'oro alla memoria. Quando mi capita di rileggere questa storia mi faccio mille domande sul naufrago solitario: che cosa c'era in lui? Eroismo, orgoglio personale, fierezza tribale, spirito di solidarietà, fatalismo o soltanto disperazione? La risposta è in fondo al mare.

venerdì 4 maggio 2012

Sabbatella

Il mese scorso è scomparso a 86 anni l'ex calciatore argentino Mario Sabbatella, che era nel cuore dei tifosi sampdoriani per aver mandato in serie B il Genoa con uno storico gol. Sabbatella, che giocava negli anni Cinquanta all'ala sinistra, aveva un suo straordinario modo di mulinare le gambe: era veloce e possedeva un tiro fortissimo, ma l'apice della sua carriera durò poco. Se ne andò dalla Samp, non ebbe gran fortuna altrove e tentò il ritorno a Genova. La dirigenza blucerchiata gli disse che, prima di firmargli un nuovo contratto, voleva vedere le sue condizioni fisiche e lo schierò in una partita non ufficiale. Quel giorno facevo il segnalinee e mi toccava tener d'occhio proprio la linea d'attacco con Sabbatella, che a un certo punto scattò a modo suo, con le gambe in movimento vorticoso. Purtroppo il compagno che aveva il pallone ritardò il lancio e il "Sabba" finì in fuori gioco di mezzo metro. Alzai la bandierina e il pubblico rumoreggiò perché avrebbe voluto rivedere il campione in volo verso la porta. Sabbatella mi guardò amareggiato, gli feci segno che non ci potevo far niente. Non ebbe altre occasioni, uscì a capo chino e il contratto non si fece. Chissà, se non avessi alzato la bandierina...Dopo tutto non era una partita di campionato... Scusami, Sabbatella.