venerdì 9 agosto 2013

Il bar

Umberto Bossi è notoriamente capace di sfornare frasi destinate a fare costume: questa, per esempio: "La casa d'un uomo è dov'è il suo bar". E' il geniale capovolgimento del ritratto dell'uomo medio che frequenta il bar sotto casa: stavolta è il bar a dire dove l'uomo eleggerà il suo domicilio. Non so se gli inglesi, la cui religiosa frequentazione del "pub" è ben nota, abbiano le stesse priorità indicate da Bossi, comunque non me ne stupirei. Personalmente non frequento bar sotto casa e non ho scelto casa vicino al bar prediletto: il mio cuore ballerino mi vieta caffè e alcolici. C'è stato però un tempo in cui ogni mattina andavo a far colazione nel bar più elegante di Chiavari, il Defilla. C'erano la guerra e il razionamento, avevo diritto a mezzo decilitro di latte al giorno, non abbastanza per la mia fame. Avevo però scoperto che da Defilla continuavano a servire cappuccini: così,  prima di entrare nella scuola elementare lì vicino, tiravo fuori di tasca il mio tozzo di pane e mi concedevo, a un tavolino del bar, un'indimenticabile  pausa dolce e profumata, che lasciava anche una traccia: un po' di schiuma di latte sulla punta del mio naso. Dopo tanti anni, sentendo dire che gli stranieri in Italia stravedono per il cappuccino, li capisco perfettamente.

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