sabato 28 maggio 2011

La sorpresa

L'annuncio della scomparsa di Franco Viezzoli, per molti anni al vertice delle più grandi industrie statali, mi ha riportato alla mente la figura di sua madre, una gentile signora che abitava in uno splendido appartamento del Grattacielo dell'Orologio, in piazza Dante a Genova. In quella casa vidi, molti anni fa, una cosa straordinaria, una raccolta di piccoli dipinti trecenteschi a fondo oro, opera di celebri pittori italiani e fiamminghi. Strano a dirsi, la signora Viezzoli si era un po' stancata di guardare solo i "fondo oro" e voleva dedicarsi anche alla pittura del primo Novecento ligure: mi chiese un parere su alcuni bozzetti di Eugenio Olivari che intendeva acquistare e io glieli consigliai caldamente. Conversando, la signora mi parlò anche della sua casa: raccontò d'averla acquistata subito dopo il matrimonio, mentre il marito era negli Stati Uniti per affari. Al ritorno del coniuge era andata a incontrarlo allo sbarco dalla nave (allora non si viaggiava ancora in aereo). Imbarazzata per aver fatto di testa sua un acquisto così importante disse subito al marito: "Sai, caro, ti ho fatto una sorpresa, ho comprato casa. Ma adesso non so se ti piacerà!". "Mio marito mi abbracciò e mi disse: "Potrebbe non piacermi solamente se l'avessi comprata sul grattacielo!"". "E come andò a finire?". "Ci si abituò".

domenica 22 maggio 2011

Statistiche

Chissà perché mi è venuto in mente di occuparmi, la volta scorsa, di un noto personaggio che, seduto in terra e con una coperta sulle spalle, guardava la televisione: adesso ho il dubbio d'aver infilato la mano in un nido di vespe. Ecco il perché: il mio blog è provvisto di un sistema di rilevamento statistico che consente di apprendere non soltanto il numero di collegamenti da parte di lettori, ma anche la nazione in cui vivono i lettori stessi. Io pensavo, ingenuamente, che il mio lettore più lontano fosse l' amico Giovanni che abita a Canino; la statistica mi ha detto, invece, che esistono persone interessate al mio blog fin nelle più remote contrade del mondo: negli Stati Uniti, in Germania, in Francia, in Cina, in Giappone, perfino in Bulgaria e in Russia. Contatti da numerare talvolta sulle dita di una mano, ma pur sempre reali. Ritengo che tutto ciò nasca da un sistema automatico che segnala, a chi è abbonato al servizio, l'uso di determinati nomi o di determinate parole in qualsiasi testo. Così dev'essere accaduto quando ho scritto il nome del personaggio al quale accennavo all'inizio di questo discorso: a quel punto, ai Paesi che si sono collegati con il mio blog, si è aggiunto l'Iran. Se sono vere le chiacchiere che circolano, non si tratta di un contatto tranquillizzante. Io, quel signore là, non lo citerò mai più.

lunedì 16 maggio 2011

Bin Laden

"E' lui o non è lui?". Un Bin Laden vecchio, seduto in terra con una coperta sulle spalle non soddisfa i "media". Così è partita la tesi della ripresa falsa. Non sarebbe un fatto nuovo, l'incredulità ha già affondato celebri immagini, accusandole di essere frutto di scene costruite: quella, ad esempio, della bandiera americana piantata a Iwo Shima e quell'altra del vessillo sovietico sventolato sul Reichstag. Si è anche esagerato nella ricerca del falso: a Genova hanno dovuto fare una mostra per difendere la famosa foto del miliziano colpito, scattata da Robert Capa. Ai nostri giorni, poi, sulle foto d'attualità pende costantemente l'ombra del Photoshop, il metodo elettronico per modificare le immagini. Siamo ormai ridotti a non poter credere ai nostri occhi. Comunque, anche il Photoshop ha i suoi meriti: per esempio, è un uso di casa mia inviare ai parenti, per le Feste, un cartoncino d'auguri con la fotografia della famiglia riunita. Ogni anno non è facile mettere insieme, per lo scatto, nonni, genitori e nipoti: siamo in quattordici. Una delle ultime volte mancava un nipote, ma ha provveduto il Photoshop ad aggiungerlo al gruppo. Quest'anno cambierò: sto pensando di sedermi in terra e di farmi fotografare con una coperta sulle spalle. Così qualcuno dirà: "Ecco chi era, altro che Bin Laden!"

martedì 10 maggio 2011

Le fedi

Il momento più imbarazzante delle nozze dell'anno si è registrato quando William ha stentato a infilare la vera nel dito di Kate. Al paese di mia madre, Fiorenzuola d'Arda, il contrattempo sarebbe stato impossibile: tutte le mie cugine si sono sposate con l'anulare piegato e hanno provveduto da sole a far scivolare la fede nell'ultima falange. Era una tradizionale affermazione d'indipendenza femminile in una terra (quella emiliana) che peraltro non ha mai messo in dubbio il fatto che in casa comandino le "rasdùre" cioè le mogli. Il contrattempo della vera mi ha fatto ripensare alle mani dei miei genitori: portavano entrambi una fede di acciaio, perché quella d'oro l'avevano donata alla Patria nel 1936, all'epoca delle sanzioni contro l'Italia. Avevano compiuto quel gesto in numerosa compagnia: le vecchie statistiche ricordano che, in provincia di Genova, furono offerte 158mila923 vere nuziali. L'usanza risaliva alla prima guerra mondiale, il regime la spettacolarizzò mettendo in piazza i crogioli incandescenti. Oggi, sarebbe possibile tutto ciò? Personalmente, se Napolitano mi chiedesse la vera per far diminuire lo spaventoso debito pubblico, gliela darei volentieri: tra l'altro giace in un cassetto perché non mi entra più, con gli anni mi si sono gonfiate le dita. Ma quanti altri italiani risponderebbero all'invito?

mercoledì 4 maggio 2011

Il Papa

Confronto a distanza tra il Papa cinematografico di Nanni Moretti e un Papa vero, Giovanni Paolo II, che, da morto, ha radunato a Roma un milione e mezzo di fedeli. Ho letto i giudizi più disparati sul film, ma mi ha colpito, sopra tutto, la mancanza di ogni accenno allo Spirito Santo, che nell'elezione di un Pontefice ha un ruolo primario, almeno secondo la Fede. Ho esternato questa mia osservazione a un'amica cattolicissima, che mi ha risposto "Sul trono di Pietro, nel corso dei secoli, è salita anche gente poco raccomandabile: dov'era, in quel caso, lo Spirito Santo?". Insomma, pare che il "Veni creator Spiritus" intonato nel conclave non riscuota più assoluta credibilità tra i praticanti. Per conto mio, continuo ad aver fiducia nella bianca colomba che discende dai cieli: secondo me il Papa è un eletto misterioso, che riceve un carisma straordinario. Ho provato di persona questa fascinazione quando Giovanni Paolo II venne a Genova nel 1985. Affiancato dal cardinale Siri stava andando con la "papa mobile" alla chiesa dell'Immacolata, dove l'aspettava una folla di fedeli. In via Roma, dove mi trovavo io, non c'era, invece, quasi nessuno. Il Papa passò, scorse un bambino poco distante da me e lo benedisse. In quel momento mi accorsi di essermi inginocchiato. Eppure non avevo mai pensato di farlo.