martedì 10 maggio 2011

Le fedi

Il momento più imbarazzante delle nozze dell'anno si è registrato quando William ha stentato a infilare la vera nel dito di Kate. Al paese di mia madre, Fiorenzuola d'Arda, il contrattempo sarebbe stato impossibile: tutte le mie cugine si sono sposate con l'anulare piegato e hanno provveduto da sole a far scivolare la fede nell'ultima falange. Era una tradizionale affermazione d'indipendenza femminile in una terra (quella emiliana) che peraltro non ha mai messo in dubbio il fatto che in casa comandino le "rasdùre" cioè le mogli. Il contrattempo della vera mi ha fatto ripensare alle mani dei miei genitori: portavano entrambi una fede di acciaio, perché quella d'oro l'avevano donata alla Patria nel 1936, all'epoca delle sanzioni contro l'Italia. Avevano compiuto quel gesto in numerosa compagnia: le vecchie statistiche ricordano che, in provincia di Genova, furono offerte 158mila923 vere nuziali. L'usanza risaliva alla prima guerra mondiale, il regime la spettacolarizzò mettendo in piazza i crogioli incandescenti. Oggi, sarebbe possibile tutto ciò? Personalmente, se Napolitano mi chiedesse la vera per far diminuire lo spaventoso debito pubblico, gliela darei volentieri: tra l'altro giace in un cassetto perché non mi entra più, con gli anni mi si sono gonfiate le dita. Ma quanti altri italiani risponderebbero all'invito?

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