lunedì 16 maggio 2011

Bin Laden

"E' lui o non è lui?". Un Bin Laden vecchio, seduto in terra con una coperta sulle spalle non soddisfa i "media". Così è partita la tesi della ripresa falsa. Non sarebbe un fatto nuovo, l'incredulità ha già affondato celebri immagini, accusandole di essere frutto di scene costruite: quella, ad esempio, della bandiera americana piantata a Iwo Shima e quell'altra del vessillo sovietico sventolato sul Reichstag. Si è anche esagerato nella ricerca del falso: a Genova hanno dovuto fare una mostra per difendere la famosa foto del miliziano colpito, scattata da Robert Capa. Ai nostri giorni, poi, sulle foto d'attualità pende costantemente l'ombra del Photoshop, il metodo elettronico per modificare le immagini. Siamo ormai ridotti a non poter credere ai nostri occhi. Comunque, anche il Photoshop ha i suoi meriti: per esempio, è un uso di casa mia inviare ai parenti, per le Feste, un cartoncino d'auguri con la fotografia della famiglia riunita. Ogni anno non è facile mettere insieme, per lo scatto, nonni, genitori e nipoti: siamo in quattordici. Una delle ultime volte mancava un nipote, ma ha provveduto il Photoshop ad aggiungerlo al gruppo. Quest'anno cambierò: sto pensando di sedermi in terra e di farmi fotografare con una coperta sulle spalle. Così qualcuno dirà: "Ecco chi era, altro che Bin Laden!"

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