lunedì 16 febbraio 2009

Etaoin etaoin

Non possiedo un telefonino, non lo desidero e non amo chi strilla gli affari suoi in quell'aggeggio per strada o sul bus. Mi piace invece il popolo dei messaggini, che non dà fastidio a nessuno. Alla taciturna comunità del Xchè offro in omaggio una nuova sigla: etaoin. Significa "scusa, ho sbagliato, cancella tutto". Non l'ho inventata io, esiste da quando entrò in uso un'altra tastiera per scrivere, quella della linotype. Nelle tipografie dei giornali il linotipista, battendo velocemente sui tasti, componeva con le matrici metalliche e il piombo fuso le righe che formavano un articolo; quando si accorgeva di aver iniziato una riga sbagliando un paio di lettere, preferiva completare a casaccio la riga errata e riprendere il testo giusto dalla riga successiva. Come faceva? Dava due colpi secchi con il taglio della mano in una zona della tastiera e in tal modo finiva la riga con "...etaoin etaoin". Il correttore l'adocchiava al volo sulle bozze e la segnalava all'impaginatore, che la toglieva, sempre che non fosse impegnato in una discussione sulla partita domenicale. Non è una calunnia: se andate in biblioteca a leggere qualche vecchio articolo, vi capiterà d'incontrare, nel bel mezzo del testo, l' etaoin etaoin finito trionfalmente sul giornale.

1 commento:

marta ha detto...

Bello! Sembra una strana formula magica, o una cantilena da rito druido... Mi raccontava la mia amica Gloria che alla rivista Bell'Italia usavano un testo finto standard per un particolare tipo di box che era considerato molto pericoloso, perché era in realtà uno stralcio di un pezzo vero. Diceva: "Col traghetto ci vogliono due ore, molto meno in aliscafo". Ovviamente arrivò il giorno della fatale svista e la frase finì pubblicata in un articolo in cui di mare non c'era nemmeno l'ombra.