sabato 21 febbraio 2009

Le ombre del Lagaccio

Il litigio del giorno, a Genova, riguarda la costruzione della moschea alle spalle del Lagaccio, il quartiere che ha dato il nome a un notissimo tipo di biscotto, nato da un impasto dolce tagliato a fette spesse, poi passate in forno. Prima di entrare anche nella storia della gastronomia, il nome Lagaccio si riferiva a un vero lago, un invaso per nulla attraente creato al servizio di un proiettificio. Chiuso lo stabilimento, lo specchio d'acqua gli sopravvisse a lungo, poi fu interrato, con grande sollievo degli abitanti della zona che lo consideravano un pericolo per i ragazzi abituati a giocare sulle sue sponde. Purtroppo, in un paio di casi, i timori si erano tragicamente avverati. Ancor prima, nell'aprile-maggio 1945, il lago aveva inghiottito altri corpi, quelli delle vittime di esecuzioni sommarie: la cronaca di quei giorni ne ricorda quattro, una professoressa di matematica con i suoi genitori e un altro docente della stessa materia. Oggi il sito del Lagaccio ospita un impianto sportivo, ma si porta dietro, con il nome, le ombre del suo passato. Che diventi anche un luogo di raccoglimento e preghiera è, tutto sommato, una buona notizia.

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