lunedì 24 novembre 2008

Ricercatori di cattedre

Il Presidente della Repubblica dice che la parola "dialogo" è ormai consunta. Sono d'accordo. Conosco però un altro vocabolo che forse è ancora più consunto: si tratta della "ricerca". Quotidiani, telegiornali, dibattiti pubblici e cortei vari ne stanno facendo un uso smodato e per la maggior parte improprio. Mi spiego: un tempo all'università i ruoli e i compiti erano molto più chiari di adesso: c'erano i titolari di cattedra, gli incaricati, i liberi docenti e gli assistenti. I cattedratici facevano lezione e gli assistenti curavano i "seminari" , insegnando il metodo della ricerca e indicando gli strumenti utili alla ricerca stessa. Punto e basta. Poi, un giorno, qualcuno della Comunità europea disse che i rigorosi limiti nei bilanci potevano essere travalicati solamente in caso di finanziamenti alla ricerca. Da quel momento, all'università, sparirono gli assistenti e dilagarono i "ricercatori". Cambiati i nomi, le aspirazioni rimasero tuttavia le stesse: gran parte dei ricercatori dell'università ricerca soprattutto una cattedra. Una meta più che onesta, intendiamoci; ma fare un unico mucchio di queste persone e dei ricercatori autentici serve solamente ad ingigantire un problema che gigantesco non è. Meglio ridividere i ruoli, cominciando dalle denominazioni.

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