sabato 25 aprile 2009

Il console

La morte di Paride Batini, console della compagnia del portuali genovesi, ha colpito profondamente la città. Batini aveva portato una sua apparente, eterna giovinezza fino al traguardo dei 74 anni; era il solo capace d'indossare il "chiodo" senza far pensare a Fonzie, era anche il solo ad autotradursi: quando parlava in fluente italiano alla Tv si capiva benissimo che quello che diceva l'aveva pensato in genovese. Si chiamava Paride ma era l'Ettore del fronte del porto, una Troia assediata. Con il pretesto dell'ammodernamento armatori e spedizionieri conducevano una perenne guerra alle posizioni di forza della corporazione dei portuali, cercando di abbattere i salari e, soprattutto, di eliminare l'esclusiva del lavoro sulle banchine. Quella gente già ricca faceva mille discorsi e ragionamenti sullo "shipping", ma finiva irrimediabilmente al tappeto quando Batini impugnava il microfono e diceva poche, chiare e semplici cose in difesa della classe operaia. Al funerale, la vedova del console ha seguito il feretro tendendo in avanti un braccio con il pugno chiuso: anche chi non è della stessa parte politica ha capito che quella era l'ultima testimonianza di una ferrea unione coniugale, fatta di amore e di condivisione totale d'idee e di esperienze. Così abbiamo scoperto che Batini non aveva solamente indovinato tutte le sue tattiche sindacali, aveva indovinato anche la moglie.

1 commento:

Unknown ha detto...

Che bei ritratti in dieci righe, mi divertono sempre moltissimo. Questa è classe!
Claudio