domenica 19 aprile 2009

L'intendente

Moltissimi macellai genovesi sono in ansia per le tasse arretrate: pare infatti che il fisco intenda chiedere integrazioni di decine di migliaia di euro. Tutto ciò non sarebbe successo negli anni Sessanta, quando nel palazzo di via Fiume regnava l'intendente di finanza Crescenzo Crispo. Ho scritto "regnava" non a caso, perché Crispo, personaggio quanto mai accattivante, godeva a Genova di una popolarità superiore a quella del sindaco. Lo si vedeva alla domenica, quando l'alto funzionario era il polo d'attrazione della tribuna d'onore dello stadio, non tanto per il suo temibile ruolo, quanto per le sue battute e per la sua competenza calcistica. Una volta all'anno l'intendente convocava i rappresentanti dei macellai genovesi e comunicava il totale delle tasse che lo Stato pensava di ricavare dalla categoria: "Provvedete voi - aggiungeva - a dividervi l'onere": La spartizione era praticamente già fatta, con un sistema semplicissimo: chi andava a Ca' de' Pitta a macellare un animale versava una sommetta in conto tasse: più erano gli animali che utilizzava, più erano i pagamenti che doveva fare. Una giustizia tributaria elementare ed efficace. Oggi non sarebbe più possibile, sia perché domina la progressività fiscale, sia perché a Ca' de' Pitta non macella più nessuno: le "mezzene" arrivano già pronte dall'Olanda.

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