giovedì 24 dicembre 2009

Le transenne

Sono pochi i potenti che non si fanno calamitare dalle transenne colme di popolo plaudente. Forse aumenteranno di numero dopo il fattaccio Berlusconi. Il più strano di questi "bagni di folla" capitò a Sandro Pertini quando andò a visitare la Cina nel 1980. Me ne raccontò i particolari il giornalista Pietro Ferro, al seguito del Presidente. Dunque, quando il corteo arriva nella piazza Tienanmen, il vulcanico Pertini, circondato dai dignitari, comincia a dare segni d'impazienza: "Basta cerimonie - esclama - voglio parlare con il popolo". E si dirige verso le transenne dove un folto gruppo di giovani sta applaudendo. "Tu - ordina, rivolgendosi a uno degli spettatori - fammi una domanda!". Naturalmente il cinese non capisce e cerca soccorso da un vicino, che gli sibila qualcosa, con piglio militaresco. A quel punto Ferro intuisce che gli spettatori sono finti, probabilmente poliziotti in borghese. Allora, da ligure a ligure, dice in dialetto a Pertini: "Prescidente, scià l'ammìe che quello lì o l'è un sbiro" (Presidente, guardi che quello lì è un agente). Pertini, deluso, ritorna nei ranghi. cercando una rivincita a spese di Ferro: "Lei è un maleducato - gli grida - non ci si rivolge in dialetto al Presidente!". Poi però aggiunge, scendendo di tono: "Scià nu scrive ninte, nu l'è u casu..." (Non scriva niente, non è il caso...).

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