lunedì 11 gennaio 2010

De Nicola

Solenni celebrazioni a Napoli per i cinquant'anni dalla scomparsa di Enrico De Nicola, primo Presidente della Repubblica. Venne a Genova nel 1946 e salì fra l'altro al Santuario di San Francesco da Paola, vicino a casa mia. Il servizio d'ordine era affidato ai ragazzi del circolo cattolico, che frequentavo soprattutto per partecipare ad accanite sfide calcistiche nel chiostro del convento. Dunque arriva il grande personaggio e si accosta alla ringhiera del piazzale, dal quale si gode una vista stupenda su mezza Riviera. La gente accorre a frotte, preme sempre più forte, il nostro cordone di sicurezza si restringe, siamo in difficoltà. A un certo punto, pur resistendo alla folla con i calcagni puntati a terra, mi ritrovo ad appena mezzo metro di distanza dal panciotto presidenziale. E qui comincia una sceneggiata degna del miglior De Sica padre: De Nicola gesticola, proclama "Grazie, grazie, siete tanto cari!" ma, parlando tra i denti, mi sgrida: " Che ci stai a ffà? E spingi, mannaggia a ttè!". Continua così, alternando sommesse imprecazioni a pubbliche dichiarazioni d'affetto. Finalmente arriva a toglierci d'impaccio un robusto frate laico, un calabrese stile Rino Gattuso: a suon di gomitate apre un passaggio al piccolo corteo, che riesce a infilarsi in chiesa. Io rimango stremato su una panchina a chiedermi: "Mannaggia a chi? A me?".

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