giovedì 4 febbraio 2010

Francobolli

Sabato 13 febbraio andrò, come ogni anno,al Convegno filatelico e numismatico che si tiene alla Fiera del Mare. So già in quale compagnia mi troverò: vedrò solamente persone anziane nel settore dedicato ai francobolli e alle cartoline; tra i banchi delle monete, invece, incontrerò anche qualche raro giovane desideroso di completare la sua collezione di euro dei vari paesi. La mia generazione è stata forse l'ultima a considerare la filatelia come una compagna irrinunciabile dell'adolescenza: una busta di francobolli acquistata con poche lire in cartoleria ci spalancava il mondo, ci faceva scoprire paesaggi, regnanti, lingue, rivoluzioni, animali esotici. Siamo maturati imparando la storia della nostra Patria mentre raccoglievamo con pazienza, negli album, quei rettangolini dentellati che ricordavano date storiche, personaggi, glorie municipali, lotte politiche. Nessun filatelico ha mai confuso il 25 luglio con l'8 settembre: il fascismo, la guerra, la Costituzione, tutto fissato nella mente, per sempre. Ogni francobollo era anche testimonianza del susseguirsi degli stili artistici, educava a riconoscere l'austero Ottocento, il floreale, il déco, il Novecento. Oggi la cultura nasce e si sviluppa nel ristretto recinto della scuola. Allora ce la creavamo da soli, con gioiosa curiosità.

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