martedì 16 febbraio 2010

Margherita

Sono poi andato al convegno filatelico-numismatico della Fiera del Mare e ho ammirato di tutto, dalle monete romane ai trittici della trasvolata di Balbo. Quest'anno c'erano più banchi di contorno, con materiali cartacei d'epoca e una marea di tessere telefoniche, che pensavo, a torto, fossero passate di moda. Giovani signore, con tanto di mancolista, affollavano un banco carico di sorpresine Kinder. Anche davanti a un reparto dedicato agli annulli rari c'era una signora, appena mi ha visto sostare in attesa mi ha detto: "Venga, venga, le lascio il posto. tanto io non ne capisco niente. Sono qui per impedire a mio marito di spendere troppo". Una moglie all'antica e un coniuge ingrugnato. La cosa che più mi ha colpito? Un librone su cui erano incollate centinaia d'ingiallite recensioni giornalistiche, tutte dedicate alle esibizioni di Margherita Carosio, celebre soprano nel periodo a cavallo della seconda guerra mondiale. Era genovese, la conobbi a una cena d'onore quando aveva quasi novant'anni: chiacchierò senza sosta, vivacissima e informata. Ora tutta la vita artistica della grande Margherita era lì davanti a me, racchiusa in quel volume. Pensavo alla sua ansia quando, dopo ogni esibizione, apriva i giornali. E pensavo anche a quando i giornali erano arbitri assoluti di fiaschi e trionfi.

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