giovedì 10 giugno 2010

Congedi

Ai cambiamenti di costume non si sottraggono neppure i funerali. Una volta si dicevano dei requiem, ora magari ci scappa anche uno stonatissimo applauso. A Genova i fautori delle esequie civili hanno giustamente reclamato un luogo idoneo per il congedo. L'assessore ai servizi cimiteriali ha assicurato che sarà costruito "un tempio laico": come a dire che anche il laicismo è una religione. A Firenze, per festeggiare i 35 anni di "Amici miei", hanno organizzato un nuovo funerale del Perozzi, a risarcimento della squallida cerimonia che appariva nel film. Questa volta si sono presentati mille volontari vestiti di nero, accompagnati da clown e majorettes. La cerimonia, insomma, sta viaggiando sul confine tra il dramma e la farsa. Forse l'ha già superato, a giudicare da un annuncio mortuario apparso in questi giorni sul "Secolo XIX": due sorelle comunicano la dipartita della madre, indicano la data e il luogo (rivierasco) del funerale civile e concludono testualmente: "Segue rinfresco in via Garibaldi 92". Potrebbe essere un caso di scarsa dimestichezza con la lingua italiana, oppure l'esecuzione della precisa volontà di un'eccentrica signora. Non voglio pensare che si sia trattato di un tentativo di attrarre più gente alle esequie. Se, tuttavia, fosse così, per affollare il mio addio ci vorrà anche una lotteria.

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