domenica 10 aprile 2011

La pizza

Più di un mese fa ricordavo i fotografi da strada che ti ritraevano a sorpresa e ti consegnavano un tagliando, invitandoti ad andare a vedere lo scatto. Curiosamente, è ora saltato fuori da un cassetto uno di quegli scontrini, conservato perché aveva annotata a retro la ricetta di una torta. Il rettangolo azzurro, della "Rex - Film", dà come recapito "Via Fieschi 3-67 1° piano (sopra Cavanna)". Dall'indicazione tra parentesi si può desumere la notorietà di Cavanna, un ristorante frequentatissimo che, nella parte più prossima all'ingresso, faceva anche tavola calda per lo spuntino serale prima del cinema o del teatro. E' lì che, negli anni Cinquanta, gustai per la prima volta una ghiottoneria che non conoscevo, la pizza. La servivano direttamente in tegliette di ferro grandi quanto un piatto da pietanza; concludeva il bagordo un bicchiere di bianco versato dal baffuto signor Cavanna in persona, che se ne stava dietro al bancone insieme a una sua grande fotografia in divisa da bersagliere. A quell'epoca, la pizza non era neppure citata nella "Guida Pagano" degli esercizi cittadini. Vi fu iscritta solamente nei successivi anni Sessanta, quando, a Sestri Ponente, aprì (e fu un evento) la pizzeria "Arlecchino". Allora, a Genova, c'erano più di centoventi spacci di torte e farinata. Si dimezzarono nel giro di pochissimi anni.

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