martedì 21 giugno 2011

Alfredino

Nel suo ultimo libro Walter Veltroni scrive a lungo di Alfredino, il bimbo che nel 1981 cadde nel cunicolo di un pozzo artesiano e, nonostante gli sforzi dei soccorritori, non poté essere salvato. Fu una tragedia amplificata dalla diretta televisiva. Quella notte ero responsabile delle "ribattute" del giornale, cioè dei rifacimenti delle pagine in occasione di eventi straordinari. In quei casi, ogni minuto di ritardo voleva dire migliaia di copie in meno per la vendita. Seguii la vicenda sul video e quando seppi che un eroico volontario aveva raggiunto il bambino a 36 metri di profondità, in un inferno di buio e di fango, mi precipitai in tipografia per organizzare la ribattuta. Riuscii a staccare dal televisore un paio di compositori e di impaginatori e mi misi a scrivere a mano poche righe per annunciare il lieto fine della sconvolgente vicenda. Dissi a un tipografo di preparare il titolo: "E' salvo!", con tanto di punto esclamativo. Mi rispose che non aveva i caratteri adatti per comporre un titolo così breve e allora lo raddoppiai: "E' salvo, è salvo!". Mentre lavoravo m'immaginavo il bambino che stava risalendo dal ventre della terra, come per una sua seconda nascita. La speranza durò pochi minuti, poi la tv disse che il tentativo era fallito e che non c'era più niente da fare. Il titolo rimase sul bancone, non ebbi cuore di gettarlo via.

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