giovedì 9 giugno 2011

Il sindaco

Conoscevo bene Fulvio Cerofolini, sindaco di Genova tra il '75 e l'85, deceduto pochi giorni fa. Possedeva la giusta ambizione di chi era venuto su dal nulla o poco più. Aveva cominciato a lavorare come bigliettario sui tram; uno dei suoi due fratelli faceva il custode di un museo genovese, l'altro era operaio. Il custode e l'operaio non avevano fatto carriera, lui, invece, si era messo nel sindacato ed aveva scalato la gerarchia politica fino a divenire vicesindaco (socialista) nella giunta guidata dal democristiano Piombino. Giunto a quel punto, Cerofolini fece il ribaltone e portò via il posto a Piombino, formando una giunta di sinistra e districandosi bene tra le alchimie del potere. Non gli mancava l'intelligenza, sorretta da una cultura conquistata da autodidatta. Era nato a Genova da madre genovese, ma suo padre veniva da Arezzo, una zona dove i Cerofolini abbondano. Quell'ascendenza mi pareva curiosa: dall'Aretino, esattamente da Cortona, proveniva infatti anche Vannuccio Faralli, primo sindaco di Genova dopo la Liberazione. Troppi due sindaci nostrani con radici nella stessa lontana terra: difficile pensare a un caso, forse c'era una parentela, o un'amicizia tra compaesani rivelatasi preziosa per i primi passi politici di Cerofolini. Ho cercato invano lumi nei necrologi. Aspetterò la biografia.

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