martedì 2 agosto 2011

La strage

La strage dei ragazzi norvegesi ha fatto inorridire tutti; chi doveva vigilare l'ha definita incredibile e imprevedibile e forse ha ragione: si poteva mettere in preventivo che, di fronte a quel fenomeno di massa che è l'immigrazione straniera, un pazzo si mettesse a sparare; io per primo, però, ritenevo che l'eventuale esplosione di rabbia si sarebbe sfogata su qualche malcapitato africano o rumeno. Invece, nella sua lucida follia, lo sparatore ha scelto come vittima sacrificale la gioventù iscritta a un partito ritenuto responsabile dei mutamenti etnici. Il tragico colpo di scena allarga enormemente il numero dei possibili bersagli e li rende praticamente indifendibili. Io spero che questa nuova insidia consigli un calo di tono e di frequenza nelle esternazioni che presentano l'immigrazione come una ricchezza inestimabile, la soluzione di tanti nostri problemi, l'irrompere di splendide culture atte a spazzare via le muffe della vecchia Europa e via dicendo. Mi chiedo con angoscia se non sarebbe meglio, di fronte alle miserande vite che sbarcano a Lampedusa, chiedere gesti di pietà e di carità, invece di sbandierare il diritto internazionale e le risoluzioni dell'Onu. Credo che nessun folle, per quanto tale, interpreterebbe come sfida e affronto il dono di un'esistenza meno grama agli ultimi del mondo.

Nessun commento: