venerdì 26 agosto 2011

Cercatori

Il Decimonono ci ha fatto sapere che a New York e precisamente nella 47.ma strada, nota per le lussose gioiellerie, un tizio di nome Raffi si dedica a rovistare tra cunette e marciapiedi e tira su preziosi e valori per un totale di cinquecento dollari al giorno. Tutta roba perduta chissà quando e da chi. L'articolo, di per sé divertente, ha assunto anche un involontario risvolto comico per via di una papera ortografica dell'autrice che, forse obnubilata dall'appetito, invece di scrivere "melma dorata", ha digitato sulla tastiera "melma d'orata". L'ingegnoso Raffi non può rivendicare una primogenitura nel suo singolare lavoro: come al solito, i genovesi l'hanno fatto prima di lui. Il pioniere nostrano si chiamava Michele Canzio ed era, oltre che consuocero di Garibaldi, impresario del "Carlo Felice". Una sera, subito dopo lo spettacolo, si mise a guardare sotto le poltrone della platea. La gente che usciva notò il suo strano atteggiamento e chiese: "Sciù Canzio, cosa sta cercando?". "Un mezzo marengo". "Accidenti, aspetti che l'aiutiamo". Una decina di persone si mise alla ricerca: niente. "Ma dove l'ha perduto?" chiese uno dei soccorritori. "Perduto? Io non ho perduto niente. Ho solo pensato: possibile che, con tutta la bella gente che c'era stasera a teatro, a nessuno sia caduto di tasca un mezzo marengo?"

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