lunedì 9 luglio 2012

L'autorete

Il gol fantasma (era dentro, era fuori?) ha fatto la sua comparsa anche all'Europeo e ha convinto i maggiorenti del calcio che è ora di mettere i sensori sulla linea di porta. In fatto di gol non visti sono un esperto, posso vantarmi di essere stato il solo, fra i trentamila spettatori di una partita (più i giocatori e la terna arbitrale) a scorgere un pallone finito oltre la linea. Accadde molti anni fa, allo stadio di Marassi, dove giocava l'Inter contro una delle squadre genovesi. Non posso essere più preciso perché non ricordo altri particolari, se non che il portiere nerazzurro si chiamava Sarti. Io ero capitato in un posto di gradinata dal quale si vedevano, in un'unica riga, la linea di fondo, la traversa e la linea di porta. Era proprio un punto di vista privilegiato: me ne accorsi quando, in un mischia in area, Sarti riuscì a parare,  ma si trovò di fronte a un avversario che lo bloccava. Allora, con un braccio, lanciò il pallone a un compagno. In quell'istante vidi chiaramente che il portiere, prendendo lo slancio per il rinvio, con la mano che teneva il pallone aveva superato nettamente la linea di porta. Era una chiara autorete. Schizzai in piedi e gridai "Gol!". Gli  spettatori più vicini a me mi guardarono come se fossi matto: le mie spiegazioni furono inutili, nessun altro si era accorto dell'errore di Sarti. La partita continuò e l'Inter vinse.

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