venerdì 22 febbraio 2013

La prigionia

Come tanti altri figli (me compreso) il Direttore di Palazzo Ducale, Luca Borzani, ha estratto da un cassetto gli appunti di guerra di suo padre, Giovanni, ormai scomparso, li ha integrati con le lettere familiari e ne ha tirato fuori un bel libro, incentrato sulla dura prigionia a cui furono costretti, a migliaia, gli ufficiali italiani catturati dai tedeschi dopo l'8 settembre. Una storia di umiliazioni e di fame nera dopo il rifiuto dell'adesione a Salò. Ho letto d'un fiato il libro, intitolato "La guerra di mio padre", spinto anche da particolari motivi: Giovanni Borzani fu infatti preso prigioniero ad Alessandria proprio nelle ore in cui, alla stazione della stessa città, io cercavo di salvare dalla cattura un ufficiale italiano in borghese, fingendo di essere suo figlio.  Quella volta rischiai anch'io, ragazzino, il campo di concentramento. Un altro motivo del mio interesse  veniva dal ricordo di un carissimo collega, Nelio Ferrando, che aveva subito la stessa odissea di Giovanni Borzani  e l'aveva raccontata subito dopo la guerra sotto forma di un romanzo, intitolato "Combattere con le ombre". Ho confrontato i due testi e ho trovato nel romanzo l'assoluta conferma dei fatti storici e, nel libro di storia, pagine da romanzo. In entrambi, la fierezza dei prigionieri e la viltà dei loro torturatori.

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