lunedì 4 febbraio 2013

Assessoradu

L'assessorato della Pubblica Istruzione della regione Sardegna ha pubblicato sul "Corriere della Sera" l'annuncio dell'aggiudicazione di una gara. Mi ha incuriosito il bilinguismo dell'intestazione che, volendo riconoscere pari dignità e importanza alla lingua italiana e a quella sarda, dà addirittura la precedenza a quest'ultima, definendo così l'ente inserzionista: "Assessoradu de s'Istrutzione publica, benes culturales, informatzione, Ispetaculu e Isport". Si tratta con ogni evidenza di vocaboli mai esistiti nella nobile e antica favella della Sardegna e coniati "ad hoc" per dare una veste autoctona a un'entità burocratica di provenienza forestiera. L'operazione non è una novità assoluta: c'è stato un periodo in cui il Vaticano si dedicava con una certa assiduità ad aggiornare il vocabolario latino con parole del nostro tempo, tipo bomba atomica, treno, computer e via dicendo.  In quell'epoca, i documenti ufficiali della Santa Sede venivano scritti in latino, considerato lingua universale: di qui la necessità dei buffi aggiornamenti. Ora il Papa si esprime più di frequente con le lingue del nostro tempo. Dovrebbero farlo anche in Sardegna, usando la loro misteriosa e affascinante parlata nel solo ambito della vita privata quotidiana. Tanto per non esporsi a ironie e risolini.

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