martedì 29 gennaio 2013

Garrone

Cordoglio di mezza Genova per la scomparsa di Riccardo Garrone, presidente della Sampdoria. L'altra metà, quella genoana, si è associata sinceramente al lutto. Per trovare unanime attenzione alla propria persona e alle proprie idee, il grande petroliere ha dovuto attendere il momento del trapasso. Prima aveva incassato fior di delusioni quando, avendo capito che il volto industriale della Superba era fasullo e sarebbe miseramente crollato non appena fossero cessate le sovvenzioni a fondo perduto dell'Iri,  aveva "osato" dire qualcosa su un diverso futuro della città con un suo progetto che si chiamava "Viva Genova".  E' una storia di tanti anni fa, i politici gli dissero che facesse il suo mestiere e non rompesse; non era ancora di moda il ricorso a quella "società civile" che oggi imperversa sui media e nella liste elettorali ed è considerata la panacea dei mali italiani. Garrone mi ricordava il Duca di Galliera, quel ricco signore che, nell'Ottocento,  regalò venti milioni di lire oro alla città perché si costruisse la nuova diga foranea del porto. Dopo, si aspettava giustamente un po' di riconoscenza e decise di tentare la via della politica, cominciando dal consesso più umile: si presentò alle elezioni del consiglio di quartiere di Prè, ma fu incredibilmente bocciato.

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