mercoledì 23 gennaio 2013

Fumo d'Africa

Un guerrigliero africano, Moktar Belmoktar, è il nuovo babau dell'Occidente: lo chiamano poco elegantemente "il Guercio", per via di una menomazione fisica; il suo vero soprannome è però Mister Marlboro, dal momento - sostengono i giornali - che si dedica al contrabbando di sigarette nel Sahara. Non so quanti clienti possa rimediare Moktar tra le dune del deserto;  d'altra parte, come mettere in dubbio la carta stampata? Una cosa è certa, che tra il continente africano e le sigarette c'è un feeling quasi secolare: i Monopoli dell'epoca del Regno d'Italia mettevano in vendita pacchetti di "bionde" che si chiamavano Giubek e A.O.I. , cioè Africa Orientale Italiana. Perduta la lontana colonia, l'Italia repubblicana non si rassegnò a scegliere un nome del tutto differente per quelle sue sigarette, si limitò a chiamarle, più semplicemente "Africa". Credo di averne fumato centinaia, i tabaccai le vendevano anche sciolte, avvolte in vecchie schedine della Sisal (oggi Totocalcio). Era il mondo povero di una nazione sconfitta e ancora in ginocchio. I vincitori, intanto, amoreggiavano a loro volta con l'Africa fumando le "Camel",  dal profumo davvero inebriante, specie per chi aveva dovuto accontentarsi delle "Popolari", concesse, con il contagocce, dalla tessera annonaria.

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