sabato 5 gennaio 2013

I perfettini

Sarà l'assonanza tra Fred e Spread a farmi pensare a Fred Astaire tutte le volte che mi capita di vedere Mario Monti in televisione. Astaire era un grandissimo ballerino, sia che si abbandonasse alle larghe onde del valzer sia che ritmasse il tip tap. Il bianco e nero dei film anni Trenta sembrava fatto apposta per esaltare la sua elegante figura. Nessuno come lui sapeva portare con naturalezza il frac, nessuno gli era pari nel dire battute moderatamente spiritose e nel sorridere direttamente all'obiettivo. Con tutto questo, quando l'esile trama del film s'interrompeva per fare spazio alle evoluzioni di Fred con Ginger Rogers, gli spettatori si distraevano e approfittavano di quei minuti per rifornirsi di bruscolini e gazzose. Ho l'impressione che qualcosa d'analogo accada quando sul teleschermo appare il Professore, sia che indossi il suo impeccabile loden, sia che ammanti la sua asciutta figura con un grigio d'ordinanza. Il suo modo di snocciolare garbate allusioni  ed evasivi annunci mi ha indotto più di una volta a pensare che era il momento di andare a bere un bicchiere d'acqua. E' il destino dei perfettini quello di suscitare poco interesse, forse per invidia, forse per una insanabile differenza di linguaggio. Credo che anche il compianto cardinale Martini avesse questo problema.   

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