giovedì 23 luglio 2009

Il piattino

In cima a vico Casana, anni fa, sostava un cieco con la fisarmonica. Cantava in falsetto vecchi ritornelli e campava con le elemosine dei passanti. Un giorno mi accorsi che aveva messo sul suo strumento un cartello con una scritta a grandi caratteri: "Sono solo, non date niente a nessuno". Gli chiesi il perché di quell'avviso e mi raccontò che da un po' di giorni un altro poveraccio si metteva di nascosto al suo fianco con un piattino e intascava le offerte che la gente credeva di fare al suonatore. Era stato il rumore delle monete sul piattino a far scoprire il trucco. Le disavventure del fisarmonicista non finirono lì: qualcuno gli fece credere che con la sua voce da tenore di grazia avrebbe avuto un gran successo negli Stati Uniti. Certo, c'era il problema del visto d'ingresso, ma si poteva rimediare con un viaggio clandestino, sempre che ci fossero stati i soldi per ungere chi di dovere. Il suonatore si lasciò convincere e tirò fuori i suoi risparmi. Gli imbroglioni, dopo una lunga serie di finti preparativi dell'espatrio, una notte l'accompagnarono in porto e lo fecero scendere nella stiva di una nave in disarmo, dove l'abbandonarono. Dei guardiani lo trovarono per puro caso giorni dopo, ormai stremato. Non aveva gridato perché credeva di essere già in navigazione. Si riprese e ritornò a cantare e suonare nel vicolo. Melodie sempre più tristi. Poi morì.

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