giovedì 12 novembre 2009

Gratta e vinci

Cent'anni fa, Trilussa descriveva così i convenevoli tra due Sovrani: "E la regina?" "Allatta!" "E er principino?" "Succhia!" "E er popolo?" "Se gratta!". Oggi il popolo continua, se non a grattarsi, a grattare. Gratta i biglietti a tempo dei posteggi, i concorsi stampati sui sacchetti delle patatine fritte e, soprattutto, i tagliandi del "Gratta e vinci". Anche le classi abbienti grattano, ma con più moderazione, come si conviene quando ci si misura con i tartufi e il parmigiano reggiano: in questi casi, il termine più usato è "grattatina". Ora c'è una novità: nell'atrio della stazione Brignole è stata installata una grande macchina distributrice di "Gratta e vinci" da tre e cinque euro. E' più frequentata della cugina che emette biglietti ferroviari, ma ha causato un inconveniente agli occupanti di un vicino ufficio, separato dall'atrio da una grande vetrata: quasi tutti gli acquirenti dei "Gratta e vinci" hanno infatti una gran fretta di grattare e qualsiasi superficie rigida per loro va bene; figuriamoci una lastra di vetro a portata di mano. Così, stufi del raspamento, gli impiegati hanno esposto sul divisorio un grande cartello: "Chi gratta su questo vetro perde". Mi sono fermato sul posto una mezz'ora, ma non ho visto utenti del distributore disposti a sfidare la maledizione. Si sono appoggiati altrove. Hanno perso lo stesso.

1 commento:

isabella ha detto...

Mi viene in mente la statua (non ricordo di chi, forse un avvocato pietrese) che c'è all'Orto Botanico di Pietra, perennemente ribaltata per divertimento e per sfida perché non fissata a terra. Veniva rimessa in piedi tutti i giorni e dopo qualche ora era di nuovo sdraiata sul prato. Finché qualche “genio” (invece di decidersi a inchiodare la statua al suo posto) ha messo un cartello con scritto “chi questa statua toccherà molto presto morirà” e da allora la statua è rimasta in piedi indisturbata, perché “non ci credo, ma...”. Potere delle parole e della superstizione, e delle istintive conseguenti “grattatine” maschili, in questo caso di altro genere.