sabato 12 dicembre 2009

La Moira

Un vecchio pittore, Giannetto Fieschi, ama rappresentare il destino sotto le sembianze di una tartaruga, "la signora Moira": così la chiama l'artista rifacendosi al nome che gli antichi greci davano alle Parche. La signora Moira mi fece un regalo dieci anni fa (era l'ultimo giorno del millennio) quando permise a un ottimo chirurgo, il professor Antonio Lijoi, di salvarmi con un intervento d'urgenza sull'aorta ostruita. Mi ripromettevo di festeggiare il decennale inviando una bottiglia di champagne al professor Lijoi, per ricordargli quelle ore drammatiche in cui dovette fermarmi il cuore (cioè uccidermi) per operarmi; per dirgli anche che era stato il suono della sua voce a farmi capire che stavo ritornando in vita. Lo champagne non partirà perché Lijoi è morto. Era ancora in buona età, aveva tredici anni meno di me. Da quando, mercoledì scorso, ho letto il suo necrologio sul giornale, m'insegue un pensiero molesto: quello che la signora Moira abbia rivoluto da lui i dieci anni e forse più che ha concesso a me. E' un'impressione assurda, lo so, chissà quante altre vite ha salvato Lijoi: perché dovrebbe essere stata proprio la mia rinascita a indurre la Parca a tagliare il filo dell'esistenza del chirurgo? Ma tant'è, il pensiero rimane. E durerà quanto il cammino della fatale tartaruga.

3 commenti:

isabella ha detto...

Dal “trattato di clinica e terapia chirurgica” di F. Mazzeo

“E' bene, prima di ogni altra cosa, che i giovani i quali alla chirurgia intendono votarsi conoscano allora la posizione di continua irrealtà nella quale il chirurgo è posto dalla considerazione del pubblico. Nessuno sa cosa veramente egli sia e cosa veramente egli faccia: e tutti vogliono giudicarlo. Nessuno sa le logoranti fatiche del suo lavoro senza soste, le sue terribili emozioni, le sue ore insonni, il tormento dei suoi dubbi, l'affanno dei suoi sconforti, il sapore delle sue amarezze, la pietà delle sue parole e dei suoi gesti: e tutti pretendono di conoscerlo. Egli è come un uomo nudo in mezzo ad una folla invasata di curiosità che punta i suoi occhi su di lui e lo spia, pronta ad innalzarlo sugli scudi o a scagliarlo nella polvere. Questa incomprensione che circonda il chirurgo può essere anche giustificata dall'ignoranza. Ma è anch'essa un fardello pesante che si aggiunge ai tanti pesi che il chirurgo accetta nella sua difficile vita.”

Purtroppo, per chi ha svolto con competenza, umanità e sensibilità un difficile mestiere come quello del cardiochirurgo, a volte il prezzo da pagare in termini di stress e di fatica è molto alto. Ma lo sarà stata anche la gioia e la soddisfazione di riuscire, come nel tuo caso, a ridare la vita, tante e tante volte. Ripensando a quelle ore drammatiche, in cui ci dissero che il tuo intervento, programmato dopo il ricovero urgente per il 4 gennaio, era stato anticipato al 31 dicembre (e proprio del 1999, con tutte le incognite del millennium bug con cui i media ci avevano terrorizzato) con l'inespresso ma evidente sottinteso che ti definiva gravissimo, ricordiamoci che sì, abbiamo ringraziato Dio più e più volte per l'esito quasi miracoloso di quell'operazione, ma che Dio è passato necessariamente per le mani di un uomo.

invia20 ha detto...

A noi pazienti i medici danno un'impressione di persone fredde e insensibili. Loro hanno sempre a che fare con guai degli altri e spesso li trattano come routine. L'altro giorno seminascosto da una tenda un paziente aspettava l'esito del risultato di un esame che il medico stava guardando. La tenda copriva le persone ma lasciava la visuale alle gambe dei due protagonisti. Del medico si vedeva solo un piede appoggiato leggermente in alto, l'altra gamba era accavallata in modo da lasciare la caviglia ad appoggiarsi sulla coscia: si immaginava la posizione quasi sdraiata del medico appoggiato alla poltrona. Il paziente al contrario, sulla sua sedia di legno modello scolastico,con tutto il corpo in avanti appoggiava alla punta della seduta il fondo della schiena , le ginocchia in basso e in avanti e i piedi quasi sulle punte tutti indietro. Da quella posizione all'inginocchiarsi mancava pochissimo. Quell'immagine che contrapponeva la tensione al relax forse contrasta con le parole di Mazzeo di cui comunque è giusto tenere conto.
Ci capita raramente di trovare medici con l'umanità e la disponibilità che cerchiamo in certi momenti,e, quando si trova un medico che ti ascolta, approfondisce e cerca per te e con te le migliori cure, alla faccia del qualificato dott. House di turno,ci affidiamo a lui.

Unknown ha detto...

Dieci anni di vita regalati, in un certo senso. Pensa a quante cose belle hai visto in questi anni (per esempio Leo, oltre agli altri che crescevano) e non fare pensieri assurdi. La bottiglia di champagne la porto io, a Natale, e il primo brindisi sarà per Lijoi.
Ode