domenica 23 maggio 2010

Cèlebret

Tutti scatenati sulla prospettiva dell'uscita di Santoro dalle dipendenze della Rai e del suo passaggio al rango di collaboratore. La "sparata" di giovedì sera in apertura di "Anno Zero" non ha chiarito molto. Per ora si sa di sicuro che il giornalista dalle chiome cangianti è disposto a rinunciare al suo "cèlebret" e che la Rai è pronta a fargli ponti d'un oro non solo metaforico. Che cos'è il "celebret"? Ve lo spiego: quando un sacerdote si trova in una diocesi che non è la sua e deve dire Messa, chiede solitamente ospitalità in una chiesa. Lì gli viene chiesto di mostrare il "celebret", un tesserino firmato dal vescovo che attesta la sua abilitazione a celebrare i sacri riti. Se il religioso è sospeso "a divinis" non ha più il tesserino. Ora pare che Santoro si adatti a restituire il suo "celebret" televisivo, che consisteva nell'andare in onda in diretta con scalette e testi decisi da lui. Se la rinuncia avverrà, Santoro, divenendo collaboratore, dovrà prima proporre una serie di produzioni e farsi accettare gli argomenti, poi dovrà far visionare il prodotto registrato (e si sentirà dire qui va bene e qui taglia). Con questi scenari di lavoro e considerando il carattere non facile del personaggio, è quasi ovvio prevedere burrasca fin dal primo taglio. Santoro potrebbe quindi ritornare a stracciarsi le vesti. Tv e giornali non vedono l'ora.

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