domenica 17 ottobre 2010

Psichiatria

A Silvano d'Orba, paese dove oltre trent'anni fa possedevo una casa da villeggiatura, un giovane uomo ha strangolato la moglie, poi è andato a prendere un caffé e infine si è costituito dicendo "Non so perché l'ho fatto". Guardando sul giornale le foto della strada del delitto, mi è sembrato di riconoscere un doppio cancello dietro al quale abitava, ai miei tempi, uno strano personaggio che la gente schivava se poteva. Reduce da un lunghissimo soggiorno in manicomio ( allora si chiamava ancora così) l'omino in questione era stato rispedito al paese munito di un certificato di sanità mentale da esibire al sindaco. Riammesso "ope legis" a circolare per Silvano, l'eccentrico personaggio trascorreva il suo tempo fermando in strada i compaesani e formulando questa imperativa domanda: "Tu ce l'hai il certificato di sanità mentale?". Alla risposta negativa l'ex alienato replicava trionfante: "Ecco, lo vedi, se non ce l'hai vuol dire che sei pazzo. Sei pericoloso, fatti ricoverare!". Tutta questa messa in scena, che si rinnovava quotidianamente, era stata riassunta dalla saggezza popolare in un soprannome: "il sano di mente". E' del tutto possibile che un giorno anche l'uxoricida di Silvano ritorni al paese esibendo un certificato di sanità mentale. Sempre che la rivoluzione di Basaglia non abbia abolito questo tipo di attestato.

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