lunedì 10 gennaio 2011

Radetzky

La signora Vincenzi, sindaco di Genova, considera un oltraggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia il fatto che, nel concerto di Capodanno al teatro Carlo Felice, si sia suonata la ben nota marcia di Radetzky, il maresciallo austriaco che fu accerrimo nemico dei patrioti milanesi. Io credo che, se si fosse fatto un sondaggio, la maggioranza degli entusiasti spettatori, interrogata sull'identità di Radetzky, avrebbe risposto "Ma è l'autore della marcia!". Ignoranza che giustifico, poiché io stesso non sentivo citare le repressioni di Radetzky da almeno mezzo secolo; da quando, cioè, il Risorgimento è stato messo nel limbo per far spazio ad argomenti dai risvolti più sociali: ad esempio le cannonate del generale Bava Beccaris contro i manifestanti milanesi del 1898. Nonostante i silenzi, io di Radetzky sapevo ugualmente tutto, grazie al mio quaderno "di bella" di quarta elementare: su una pagina di copertina erano infatti narrate le vicende delle Cinque giornate di Milano, con l'effimera vittoria dei patrioti seguita dal ritorno del bieco maresciallo. Il racconto era anche corredato da una poesia in dialetto milanese, della quale ricordo ancora i primi versi: "El Radeschi el se vantava/ de cognoss i Milanès/ ed inscì ridend el ne schersava/ co i sò Croàt, co i Ungherès..." Chissà chi l'aveva scritta: l'ho cercata invano su Internet.

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