martedì 4 gennaio 2011

Studenti

Giorgio Napolitano ha firmato la legge Gelmini che entra quindi in vigore: nonostante appelli, manifestazioni, scontri, scalate di tetti, digiuni, studenti e ricercatori nulla hanno ottenuto, neppure in fatto di visibilità; in una tale adunata di cervelli e di lauree, il solo personaggio venuto alla ribalta è stato un "pizzaiolo precario", munito di licenza media, che, forse per far fede al suo mestiere, ha dato una mostruosa "pizza" con il casco a un compagno di corteo, procurandogli un naso alla Bearzot. Mi viene in mente, certo per contrasto, la sola manifestazione studentesca alla quale io abbia partecipato. Era il 1953, Tito cercava d'impadronirsi di Trieste e il presidente del Consiglio Pella aveva inviato le nostre truppe al confine. Al liceo Colombo pensammo di fare un corteo di sostegno al governo e chiedemmo il permesso al preside (accidenti, come eravamo disciplinati!). Il professor Ciminiello ci ascoltò, paonazzo in volto:"Permesso? Io vi ordino di andare a manifestare! Io ho combattuto per Trieste nella prima guerra mondiale!". Partimmo giulivi, ma dopo cinquanta metri ci fermò un picchetto di portuali che impugnavano i ganci d'acciaio in uso per spostare le balle di cotone. Ci dissero seccamente: "Guerra per Trieste? Siete matti, non se ne parla! Tornate a scuola!". Cinque minuti dopo eravamo di nuovo nei banchi.

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