domenica 11 marzo 2012

Dentelli

"Per un'oliva pallida si può delirare": è una battuta d'una commedia andata in scena settant'anni fa a Genova. La commedia è ormai dimenticata, ma la frase ( parodia dei poeti ermetici) è rimasta e mi è ritornata in mente l'altro giorno, mentre mi chiedevo che cosa mi spingesse a fissare fino all'ossessione un'affrancatura da 60 centesimi appena acquistata in tabaccheria. Era un comune francobollo autoadesivo, da staccare da un rettangolino di carta e da applicare. Lo guardavo e mi dicevo "Ha qualcosa di strano", ma non riuscivo ad andare oltre. Alla fine ho capito: era illogico che quel francobollo avesse i dentelli. La dentellatura è infatti il risultato della separazione manuale tra i vari pezzi di un foglio perforato; il mio francobollo, invece, era arrivato nel suo nido cartaceo dopo una nascita singola: non avevo dovuto fare strappi per staccarlo, i suoi dentelli erano finti, tutti uguali e perfettamente arrotondati; e altrettanto finti erano i dentelli rimasti sul rettangolino di carta che l'aveva ospitato. Inventate da un inglese nel 1848, le utili forature dei fogli di francobolli sono diventate ornamenti. Ormai, soltanto i ravioli caserecci possono vantare autentici dentelli.

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