giovedì 29 marzo 2012

Le gambe

Le operaie della Omsa, pur di non perdere il lavoro, si sono rassegnate: invece di fabbricare calze da donna, tappezzeranno divani. Moltissime signore hanno rinunciato al tailleur e alla mitica falcata: inquartate in jeans e pantaloni, non hanno più bisogno di indossare anche i velatissimi accessori che tanto successo riscuotevano tra i passanti a rischio di torcicollo. Ora le donne si sentono più libere e comode, i giovani non sanno che cosa si sono perduti e noi vecchi abbiamo pur sempre la risorsa dei ricordi, un surrogato a bassissimo costo. Il ricordo di oggi è per un settimanale che usciva nel primo dopoguerra: si chiamava "Sette" ed aveva fissa, in copertina, una protagonista, disegnata da Boccasile, ricca di grazie messe in risalto, a cominciare dalle gambe con la riga delle calze; gambe bellissime e floride come quelle delle ragazze che andavano ancora in bicicletta. La vignetta della Signorina Sette variava ogni settimana e aveva un suo pubblico di tifosi, ma finì sotto sequestro perché infastidiva il ministro dell'Interno, noto democristiano. La risposta fu rapida, la settimana dopo in edicola c'era la Signorina Otto: ma il cambio di numero ruppe l'incantesimo e la rivista cessò presto le pubblicazioni.

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