giovedì 21 giugno 2012

Ada Cenni

La settimana scorsa un necrologio sul Decimonono ha ricordato che, quel giorno, Ada Cenni avrebbe compiuto cent'anni. Ada è scomparsa da tempo, come il marito Renato, pittore, giramondo, cineasta e scrittore. Erano una coppia perfetta, lei nei quadri di Cenni compare con un cappellino Belle Epoque e la veletta: un'affascinante modella.  Fuggirono insieme dall'Italia, ai tempi del fascismo e della guerra, lui "anti" e libertario, lei decisa a seguirlo ovunque. Vissero a Parigi e rientrarono quando Badoglio richiamò gli esuli. Ai posti di controllo della frontiere c'erano ancora i vecchi ordini di cattura, così Cenni finì per un po' in cella insieme a un altro ricercato, Giuseppe Saragat, futuro Presidente della Repubblica. Per farla breve, dopo la guerra l'Inps convocò Ada Cenni per dirle che, come esule antifascista, aveva diritto a una pensione speciale. Lei rifiutò: "Non voglio- disse - monetizzare i miei ideali". Il direttore la portò davanti agli sportelli e l'additò alla gente in coda: "Guardatela bene, non vi capiterà più: al contrario di voi, lei la pensione non la vuole!". "Ero rossa di vergogna" ricordava Ada. Quando morì Renato, mi regalò il portacenere del marito, accanito fumatore. E' una civetta di bronzo, un caro ricordo nel cassetto.

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