sabato 9 giugno 2012

I mattoni

Nessuno l'ha scritto, che io sappia, ma il recente terremoto nel Modenese è stato soprattutto una Caporetto del mattone: le riprese televisive hanno mostrato intere facciate in laterizio finite sull'asfalto mentre i soffitti ancora resistevano; torri e campanili squarciati da irrimediabili ferite diagonali; case sbriciolate senza alcun resto di strutture portanti. E dovunque mattoni, mattoni, mattoni. Il mio pensiero di ex archeologo è andato subito ai resti di abitati dell'epoca romana che mi è spesso capitato di visitare: lì la situazione è del tutto opposta: gli edifici in pietra sono ridotti a muretti ad altezza di ginocchio, mentre le costruzioni in laterizio sono sempre le più conservate; specialmente i templi dedicati alla triade Capitolina, realizzati con mattoni larghi e sottili. E' stata questa differenza di forma a segnare i diversi destini delle costruzioni antiche e di quelle moderne? E' probabile: il mattone pieno, nella forma attuale, possiede una grande resistenza alla pressione verticale, ma sotto spinte laterali sembra slegarsi troppo facilmente dalla malta che dovrebbe tenerlo a posto. La lezione dei costruttori romani - più strati d'impasto e mattoni più sottili - è forse ancora attuale.

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