sabato 1 settembre 2012

Uno sbadiglio

Con l'immatura scomparsa di Salvatore Orlando, avvenuta giorni fa, si è estinta una dinastia di armatori ed industriali legata alla storia del Risorgimento. Mazziniani, esuli dalla Sicilia borbonica, i tre fratelli Orlando - Luigi, Giuseppe e Paolo - si stabilirono a Genova, dove impiantarono, alla Foce, un grande cantiere navale. Passarono poi a Livorno, dove costruirono la più potente nave da guerra dell'epoca, la "Lepanto". A Genova nacque un comitato per onorare gli Orlando e, tramite un  neonato giornale, "Il Mare", si aprì una sottoscrizione per una medaglia d'oro. La raccolta superò le attese, tanto che il denaro avanzato fu distribuito tra gli operai poveri del cantiere livornese. Non ebbe invece successo il giornale, che cessò le pubblicazioni, lasciando disoccupata la tipografia, sistemata in un seminterrato di Salita San Gerolamo. La scoprì, passeggiando, Ferruccio Màcola, un giovane professore di francese che insegnava nella vicina via Caffaro, coltivava ferventi idee politiche e in cattedra si annoiava parecchio. Gli venne un'idea:"E se facessi io un giornale?". Cominciò così la sua  esistenza "Il Secolo XIX", il quotidiano nel quale ho lavorato per 28 anni e che compro ogni mattina. Una grande e longeva impresa nata da uno sbadiglio.    

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