domenica 24 marzo 2013

Cerimonie

Aveva un soprannome singolare, Bambù, ed era vedova di un mio carissimo collega in giornalismo, Giancarlo Zuccaro. Ho trovato il suo necrologio sul giornale e sono riandato  con il pensiero a lei e all'amico, scomparso ormai da parecchi anni. Di Giancarlo potrei raccontare mille storie, ma stavolta me ne è ritornata in mente una in particolare. Era venuto a casa mia in visita e parlavamo del comune amore per Tortona, patria sua e di mio padre. A un tratto mi disse: "Ti ho portato il distintivo del Dertona, la squadra di calcio tortonese". "Grazie!" risposi e allungai la mano. "No - ribatté subito - un distintivo si riceve in piedi e sull'attenti". Non c'erano testimoni, così potei adeguarmi alla prescrizione senza imbarazzo. Questo episodio è saltato fuori dalla memoria forse perché stavo rimuginando e recriminando sugli articoli del giornale che magnificavano la semplicità e l'umiltà del nuovo Papa, Francesco. Credo di essere in procinto di finire tra gli eretici, perché da sempre rifiuto la Messa beat con la chitarra e le cantatine, mentre mi commuovo al suono possente dell'organo che accompagna il Gregoriano. Addirittura, per il Papa preferirei la sedia gestatoria rispetto alla jeep bianca. Andrò certamente all'Inferno, ma con la dovuta solennità.

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