sabato 30 marzo 2013

Annarella

Sul Decimonono del 7 marzo ho pescato una frase che mi ha incuriosito non poco: "... Confronto che sa di nanarellarsi, di un voluto non decidere, di una politica del rinvio". "Nanarellarsi? E che roba è?" mi sono chiesto. Sono andato su Google e ho cercato il misterioso verbo: il motore di ricerca mi ha ripetuto, pari pari, lo stesso articolo che avevo letto io, tratto dalla versione digitale del quotidiano. Per farla breve, nell'universo infinito delle registrazioni di Google, il verbo "nanarellarsi" è comparso una sola volta. E una parola che compare una sola volta - c'insegna la filologia classica - è spesso una parola scritta male o mal tradotta. A questo punto ho fatto l'ipotesi che il verbo originario fosse "annarellarsi", ma la ricerca su Google mi ha dato esito negativo. Ho però scoperto una canzone, "Annarella", cantata da un gruppo musicale denominato C.S.I., che dice "Lasciami qui, lasciami stare, lasciami così, non dire una parola che non sia di amore". E' in perfetta sintonia con il concetto espresso nell'articolo. Che il verbo sia davvero "annarellarsi"?. Intanto, però, la versione "nanarellarsi" è nata e qualcuno la riprenderà senza farsi troppe domande, ne sono sicuro. Fra un po' la ritroverò su Google, non più sola ma moltiplicata.

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