sabato 13 giugno 2009

Il velista

Ricordi senza lacrime per il mio sorridente amico e collega Beppe Barnao, che a 84 anni è stato sollevato dal fastidio del bastone, lui che aveva corso, a vela, tutti i mari del mondo. L'hanno commemorato in molti per i suoi meriti sportivi e giornalistici; nessuno però - credo - ha raccontato che Beppe, prima di dedicarsi totalmente alla carta stampata, era stato un amatissimo maestro elementare. Gli era toccata una classe nella scuola Garaventa, popolata di figli degli "ultimi"; lì, dopo un difficile approccio, s'era inventato un concorso che aveva scatenato l'entusiasmo dei ragazzi: "Chi è più bravo a lavarmi la macchina?". Gli allievi avevano scoperto il piacere di un lavoro ben fatto e lui ci aveva guadagnato l'auto più lustra del quartiere. Come tutti gli uomini di mare, Barnao nascondeva un po' di pirateria nel sangue, amava sfidare le regole. Quando fu inventata la "Vanoni" (antenata dell'attuale "Unico") rifiutò categoricamente di compilare la dichiarazione e rimase per parecchi anni, indisturbato, nel limbo dei contribuenti. Poi, in occasione di un condono, andò al palazzo delle Finanze per costituirsi nelle mani del fisco. Si fece amici, immediatamente, tutti gli addetti, che lo coprirono di consigli per pagare il minimo. Il direttore gli confidò: "Se lei non si fosse presentato, non l'avremmo mai scoperto". "E' giusto così" rispose Beppe. Ma, voltato l'angolo, si morse la mano.

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