martedì 23 giugno 2009

La movida

Proteste a Genova e in altre grandi città per la "movida" notturna, che lascia strascichi di bottiglie rotte e di portoni presi per vespasiani. Questo rumoroso e inquinante raduno di giovani è senza dubbio un segno di malcostume, ma, al contrario di quanto si crede, non è figlio del nostro tempo: esisteva già nell'Ottocento, tanto che Genova aveva creato un nucleo di vigili addetti alla repressione delle licenze orinatorie notturne. I gaudenti acculturati li chiamavano "guardie della speranza", giocando tra "elpìs" (appunto speranza, in greco antico) ed "el pis" che non ha bisogno di traduzione. Una sera il giornalista Gandolin (ottima forchetta e valoroso bevitore) scommise che avrebbe innaffiato una strada del centro addirittura con il beneplacito d'un sorvegliante. All'uscita da una trattoria di salita Santa Caterina si accostò al muro e versò in terra una bottiglietta d'acqua che si era messa in tasca. Subito accorse un vigile che lo accusò d'aver fatto pipì illegalmente: "Lei si sbaglia - rispose Gandolin - anzi, mi lasci andare perché proprio mi scappa". "Figuriamoci - ribatté il sorvegliante - l'ha appena fatta, l'ho visto io. Provi a rifarla, se ci riesce, l'autorizzo". "Come desidera" esclamò Gandolin e allagò la salita sotto gli occhi dell'esterrefatto tutore. Penso che il buon guardiano abbia passato il resto della vita a cercare la soluzione del mistero.

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