giovedì 29 aprile 2010

Burocrazia

La burocrazia resiste a oltranza, i roghi di leggi ostentati dal ministro Calderoli non le fanno neppure il solletico. Adesso però c'è una novità, la burocrazia facoltativa. Se dovete del denaro a qualcuno e l'interessato vi chiede di farglielo avere attraverso una ricarica sulla sua carta Postepay, è logico che andiate in un ufficio postale: lì vi toccherà compilare un modulo, indicando le vostre generalità, il numero della vostra carta d'identità (da mostrare) il numero della Postepay da ricaricare e l'importo; dovrete inoltre esibire all'operatore la tesserina con il vostro codice fiscale. A quel punto l'operazione potrà avvenire, al costo di un euro. A tutto questo avete un'alternativa: potete entrare da un tabaccaio che abbia la postazione Lottomatica (quasi tutti), dargli un pezzo di carta con il numero della carta Postepay da ricaricare e consegnargli il denaro. Niente moduli, niente dati personali, niente documenti. In pochi secondi l'operazione sarà eseguita. Costo? Due euro. Vorrei proprio che il sistema si allargasse: se a qualsiasi sportello mi dessero degli stampati da compilare e un elenco di attestati da richiedere e poi mi dicessero: "Se paga un euro in più, può fare a meno di tutto questo", spenderei ben volentieri quel "Vitruvio", pur essendo ormai un mezzo genovese. Ma, ironia della sorte, una boccata di aria buona si trova per ora solamente dai tabaccai.

1 commento:

marta ha detto...

Un euro? Ma gliene do anche 10! Con tutti quelli che ho lasciato in tabaccheria in 16 anni da fumatrice...