lunedì 29 novembre 2010

Gastronomia

La ragazza incrociata per strada sta, naturalmente, telefonando. Proprio nel momento del mio transito conclude la comunicazione dicendo: "Ci sentiamo poi, cotto e mangiato". Probabilmente voleva dire "dopo cena", o forse "ti saluto". Dunque, anche la clausola finale della rubrica gastronomica di Benedetta Parodi su Italia uno ha fatto danni alla lingua italiana. L'unica consolazione è che il nuovo slogan durerà quanto il programma, non di più; e i piatti illustrabili non sono infiniti. L'altro giorno l'avvenente cuoca era già arrivata alla bistecca alla griglia, segno di una fantasia in calo. Non posso correre in suo soccorso perché molte delle vecchie ricette che ricordo io sono ancor più banali: da bambino la merenda offriva la scelta tra pane burro e zucchero oppure pane olio e sale; a cena capitava spesso l'uovo à la coque, appena bollito e poi decapitato per ospitare il sale e molte striscioline di pane da ripescare con un cucchiaino da caffè. Quando l'uovo era sicuramente fresco, la ricetta si semplificava ulteriormente: si prendeva un ago da lana (di quelli con la cruna larga) si facevano due buchi nel guscio, uno sopra e uno sotto e poi via a succhiare: prima arrivava in bocca il bianco, poi, delizioso, il tuorlo. Niente, quindi, di adatto alla signora Benedetta. E poi, un uovo di giornata, dove lo troviamo?

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