domenica 5 dicembre 2010

Brancaleone

"L'ultimo ciak di Monicelli": è uno dei titoli che ho visto, la sera delle tragedia, nella rassegna stampa del Tg3. Ho pensato istintivamente al Perozzi, il cinico giornalista di "Amici miei" interpretato da Philippe Noiret. Lui l'avrebbe fatto, quel titolo, proprio per evocare lo schianto di un corpo sul selciato. Anzi, ci avrebbe aggiunto una esse ("sciak") e Monicelli se ne sarebbe rallegrato, da quel cultore dell'umor perfido che era. Grande regista, Monicelli, autore di film che nascevano da una meticolosa preparazione. "L'armata Brancaleone" è del 1966, ma io posso testimoniare che già nel '61 la squinternata avventura era in cantiere. Una mattina di quell'anno, uscendo dal portone del castello di Vulci, dove avevo il mio covo d'archeologo, mi ero quasi scontrato con un uomo, ricoperto da una corazza, che gesticolava con una lancia davanti a un tizio munito di macchina fotografica. Chiesti chiarimenti. i due mi dissero che stavano facendo prove di scena in vista di un film sul Medioevo. Spiegarono che il castello, nerastro e sbrecciato, era uno sfondo ideale; il vicino ponte romano, poi, una meraviglia. Cinque anni dopo, ritornato a Genova, andai a vedere "L'armata Brancaleone" e ritrovai sullo schermo ponte e castello. Riconobbi anche il figurante di allora, la sua mandibola aveva una lunghezza inconfondibile.

1 commento:

Unknown ha detto...

Bellissimo!
Abbracci
Clod