venerdì 7 ottobre 2011

L'italiano

C'è un certo ritorno d'attenzione per la lingua italiana, dopo le sbracature del romanesco imposto dalla Tv. A Genova ha fatto scandalo una pubblicità che consiglia: "Non lo sai? Sallo!". "Diamine - hanno osservato in molti - non si dice sallo, si dice sàppilo". E' vero, ma c'è un'attenuante: credo che l'errore sia nato dall'analogia con "Non lo fai? Fallo!". Perché poi sia giusto dire "sàppilo" e non si debba invece dire "fàccilo" è un mistero. Il verbo "sapere" si presta a giochini linguistici: nel Settecento, un bello spirito inventò una falsa tragedia alfieriana e la fece rappresentare. Il dialogo più noto diceva così: "Sailo?" "Sollo!" "Sallo?" "Sassi in Atene e in tutta Roma sassi!". Non finì a sassate, ci furono anche applausi. Le sorprese linguistiche non sono infrequenti: parecchio tempo fa restai allibito davanti all'espressione "la qualunque"che mi era ignota; giorni fa ho scoperto con altrettanto sconcerto, sul "Corriere della sera", la notizia che un capocorrente di un partito aveva "attovagliato" una dozzina di parlamentari. Si capiva che li aveva invitati a pranzo, ma quel verbo, da dove veniva? Una rapida indagine mi ha rivelato la fonte dell'espressione mai sentita: Dagospia, al secolo Roberto D'Agostino, che ha recuperato per il mondo gastronomico una bella immagine di Papini dedicata all'aspetto della neve.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Io lo ricordavo così (probabilmnete da "Il Tesoro del Ragazzo Italiano" UTET edizione anni '50 (del secolo scorso): "Sailo?", "Sollo!"; "Sallo il Re?", "Sallo"; "Sassi?", "Sassi!"; "Sassi per tutta Roma e tutta Atene".

Unknown ha detto...

Non si finisce mai di sapere