sabato 1 ottobre 2011

L'esame

A una certa età la prostata si fa sentire, eccome: addirittura ti condiziona la vita, dandoti un'autonomia di poche ore. C'è poi il tarlo che quei disturbetti nascondano qualcosa di ben più grave. Allora la dottoressa di famiglia chiede: "Da quanto tempo non fa il PSA?". Troppo, come al solito. Finisco in coda all'ospedale per un esame del sangue che mi chiarirà questi e altri dubbi. L'addetta alla ricezione incassa l'importo dei ticket e poi mi dice: "Vedo che tra le analisi richieste c'è il PSA. Tenga presente che, se il risultato di questo esame sarà alto, lei dovrà pagare un ticket supplementare al momento del ritiro dei referti". Fatto il prelievo del sangue, me ne torno a casa rimuginando: un risultato alto è la cosa peggiore che uno possa aspettarsi; quindi la burocrazia, con la richiesta del ticket supplementare, ha inconsapevolmente inventato un nuovo sistema per comunicare una diagnosi poco simpatica. Addio alle occhiate di sfuggita ai fogli degli esami per spiare se gli asterischi sui risultati anomali sono pochi o tanti. Stavolta basterà sentirsi dire: "Guardi, ci sono da pagare altri tre euro...". Da ipocondriaco come sono, immagino che potrei restarci secco. E i giornali, come riferirebbero il fattaccio? Mi prenderebbero per il solito tirchio: "Genovese muore d'infarto alla richiesta di un ticket".

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