venerdì 30 novembre 2012

La Pietà

A Milano, le teste d'uovo più autorevoli della città, cioè il sindaco e l'assessore alla cultura, hanno rivolto pensosi sguardi alla Pietà Rondanini, la scultura che Michelangelo, morendo, lasciò incompiuta. Il loro lodevole scopo è quello di valorizzare l'opera, dandole una sistemazione  più consona. Nella città distratta da altro, le idee dei due maggiorenti sono filate via come l'olio. Nulla da ridire, anche da parte mia, sulla futura sistemazione della Pietà alla fine di un percorso che valorizzi altre opere d'arte milanesi; qualche dubbio che l'attuale "quinta" in pietra posta dietro la scultura debba essere sostituita da un antico  ambiente tutto in cotto (mi pare che nel Cinquecento i mattoni avessero ormai ceduto il passo al marmo). Molto da ridire sui sei milioni che la Cariplo sborserà per finanziare l'operazione. Ma sono soldi loro.  Mi ha lasciato a bocca aperta la nuova interpretazione della scultura: "Macché Pietà, quella è la rappresentazione del Dolore! Anzi, mentre faremo i lavori, collocheremo l'opera di Michelangelo in due luoghi simbolo della sofferenza, il carcere di San Vittore e il Palazzo di Giustizia di Milano". Così la Madonna, con il cadavere del figlio tra le braccia, darà il buongiorno alla Boccassini e all'avvocato Ghedini. Lasciatemelo dire: "Pietà l'è morta...".       

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